Intervista al Presidente Gianni Usala
La vittoria del sondaggio sul miglior cadetto 2013 da parte di Gianpietro Fronteddu della Delogu Nuoro mi dà lo spunto per intervistare il Presidente del sodalizio nuorese Gianni Usala.
Presentare un Uomo come il Prof Usala è quasi imbarazzante perché si tratta di uno dei più profondi conoscitori dell’Atletica Sarda sia a livello tecnico, organizzativo e regolamentare.
Nel testo dell’intervista non troverete domande riguardanti il suo recente deferimento agli Organi di Giustizia Fidal: si tratta di una mia scelta voluta, nel rispetto del giudizio (e di chi dovrà giudicare) del 13 dicembre 2013 a Roma da parte della Commissione Nazionale Giudicante. Ci sarà poi tempo e luogo per parlare della sentenza.
Troverete un’intervista interessante su tanti temi con una chiusura che fa male ai tanti veri appassionati di Atletica.
Presidente Usala, la sua società, la Delogu Nuoro, è uno dei pochi sodalizi sardi che continua a sfornare giovani atleti, specie nella velocità e nei salti, con risultati di interesse nazionale. Come si muove la sua società nel reclutamento dei giovani talenti, specie in un momento economico di crisi?
Nel reclutamento incidono tanti fattori: è indubbio che quello economico, quando si è in crisi, limita notevolmente iniziative di promozione e di reclutamento, ma non è tutto. Nel nostro caso, se nel passato l’economia, completamente diversa rispetto al presente, favoriva la promozione di iniziative di ricerca di atleti, se si riusciva a sfruttare ruoli all’interno della Scuola come nel mio caso, se si poteva contare sull’unicità della proposta atletica in città e su un più alto numero di bambini, se i centri di avviamento godevano dell’immagine forte della Società e facevano fronte alla concorrenza di altre discipline, oggi purtroppo non è più così e, purtroppo come vedo in quasi tutta la Sardegna, ci si limita al reclutamento dei giovani attraverso i centri giovanili, portati dai genitori e il più delle volte come opzione secondaria. Il discorso ovviamente non termina qui, a mio parere ci sono concause che non sempre dipendono dalla nostra volontà. Abbiamo attualmente in società un cosiddetto centro di specializzazione nella velocità e nel salto in lungo, per cui ci viene naturale prestare attenzione ed interesse a ciò che ci viene offerto in questo settore nelle gare scolastiche. E questo forse è qualcosa in più che dà qualità al movimento.
Lei è nell’Atletica da decenni ed è uno dei più stimati esperti a livello tecnico, organizzativo e regolamentare: qual’è il portato di ciò che ha studiato e imparato in tutti questi anni nella gestione di un’importante società come la sua?
Gli obiettivi che hanno dato origine alla costituzione di una società dilettantistica devono essere salvaguardati nel tempo. Non sempre vengono condivisi, per cui è possibile perdere sia preziosi collaboratori o perseguire opportunità ingannevoli, ma devono essere sempre tenuti in primo piano. Non da meno, la motivazione delle risorse umane, che gravitano attorno, è un fattore determinante per la sopravvivenza di Società di questo tipo.
Lei ha seguito per anni, con un occhio particolarmente attento, l’Atletica giovanile. Guardando i trend storici sui tesseramenti nazionali e regionali, notiamo come nel “travaso” dalla categoria Ragazzi alla categoria Cadetti il numero dei tesserati diminuisca notevolmente (soprattutto in Sardegna). La diminuzione dei tesserati si manifesta poi ad ogni cambio di categoria: una sorta di grosso fiume bloccato da un sistema di cataratte. Questo a smentire, o quantomeno interpretare in maniera diversa, il leitmotiv “l’Atletica deve entrare nella Scuola per aumentare i tesserati”, perché i tesserati ci sono ma è difficile mantenerli nel nostro Sport. Qual’è il suo punto di vista a riguardo?
Al termine della stagione 2012, da referente e progettista del Gran Prix, ho delineato in maniera approfondita la situazione che vive l’atletica giovanile non solo sarda, e allo stesso tempo riferivo che alcune criticità potevano tranquillamente estendersi al contesto nazionale. Se mi si consente una sintesi, definirei l’ambiente dell’atletica inadeguato ai tempi, privo di qualsivoglia voglia di cambiamento. Nel settore giovanile poco si fa in termini di innovazione e manca assolutamente fantasia nelle iniziative, affidandosi completamente al conosciuto. Per non andare lontani, si continua a periodizzare l’attività agonistica giovanile sulla falsariga di quella adulta e si continuano a fare raduni tecnici, come quaranta anni fa. Si lasciano vuoti agonistici, facili prede di proselitismo in altri sport, dove il confronto è più frequente. Si mira all’allenamento e al condizionamento dei giovanissimi e si perde di vista l’addestramento tecnico. Si propongono gare regionali ad esordienti, proponendo distanze e modalità agonistiche inadeguate all’età, mandandoli precocemente allo sbaraglio. Addirittura si fanno gareggiare cadetti insieme ai master e gli allievi sempre e comunque insieme ai seniores, non assegnando titoli indoor a questa categoria, etc. Mi fermo qui e non vado oltre. Man mano che passa il tempo e le generazioni cambiano, l’applicazione di metodi antiquati e l’inadeguatezza delle proposte non fanno altro che diminuire l’appeal della disciplina. In fondo, nessuno studia il fenomeno dell’abbandono e della “mortalità atletica” come dovrebbe e l’ambiente non è pronto per una rivoluzione.
Per parlare della Scuola, si è scesi dal treno tanto tempo fa: un treno, che era stato fatto partire da Bruno Zauli con l’esclusività per l’atletica e che suoi successori non hanno potuto o voluto difendere dall’invasione, e nessuno me ne voglia, di altre discipline anche non olimpiche. Allo stesso tempo non si è riusciti ad invogliare o attirare valenti insegnanti a causa di una mentalità gretta ed ottusa di presunta superiorità: perché in fondo tutto era dovuto!
Recentemente abbiamo letto che si prevede il termine del rifacimento del manto del Campo Scuola di Nuoro per luglio 2014. La mancanza di omologazione ha causato rilevanti problemi nel reclutamento e nel riuscire a far restare i giovani nell’Atletica?
C’è da fare un opportuno distinguo. Abbiamo sempre potuto usufruire del Campo Scuola, ma alcuni limiti nell’utilizzo hanno di fatto condizionato la specializzazione. Mi riferisco in particolar modo alle specialità tecniche: lanci, salti in elevazione, ostacoli. Il fatto di non usufruire del campo interno occupato più volte da calciatori o impraticabile in funzione delle loro esigenze, non aver a disposizione immediata ostacoli, asticelle o attrezzi da lancio ha impedito una regolare applicazione specialistica. Semmai l’inagibilità agonistica dell’impianto ha causato un aumento dei costi dell’attività per via di un incremento delle trasferte e un ridimensionamento dell’attività giovanile per sopperire all’incremento dell’ impegno temporale di tecnici ed accompagnatori.
La pista nuorese è considerata tra le più prestazionali, se non la migliore, in tutta l’isola: se le scadenze verranno rispettate, possiamo aspettarci, a suo avviso, un ritorno dell’Atletica Sarda al Campo Scuola per il 2014?
Tutto da verificare è il ritorno di un’attività assoluta e quindi dell’Atletica delle prestazioni. Non basta avere le carte in regola per spostare l’attività (l’impianto di Oristano in questo 2013 docet, ndr). Nell’organizzazione di gare regionali è necessaria una sintonia, che, per il momento, è lontana da realizzarsi. Invece nel campo promozionale giovanile, il Campo Scuola favorirà sicuramente il rilancio delle società della Provincia, grazie non solo alla centralità territoriale e alla funzionalità dell’impianto, ma anche e soprattutto per una riconquistata armonia tra le società locali.
Il Memorial Delogu è stato per anni il meeting internazionale tecnicamente più rilevante svolto nella nostra isola, che consentiva anche la partecipazione in serie regionali agli atleti meno dotati: una volta sistemato il problema Campo Scuola, è lecito attendersi un suo ritorno nel 2015 o occorrerà che la crisi economica affievolisca la sua morsa, riportando dei finanziatori a investire nel nostro Sport?
Ci siamo illusi per ben 2 anni di riproporre il Memorial, inserendolo a suo tempo nel calendario nazionale. Nessuno ci è venuto in aiuto. Addirittura ci è stato richiesto, come da regolamento, di saldare l’importo dovuto come tassa approvazione gare. Avevamo acquisito nell’ambiente internazionale delle credenziali, che ci consentivano di portare atleti di valore mondiale sotto costo, contando solo sui contributi regionali. Quando si esce fuori dal giro le credenziali si affievoliscono. Ora la Regione si è defilata, ma mi viene difficile, vista la concessione di contributi ad altri, pensare di addebitare il tutto alla crisi economica.
Il Memorial Paolo Delogu, per quanto mi riguarda, si è fermato definitivamente alla 25° edizione.