Intervista al Nazionale Italiano Elias Sagheddu
La stagione di Elias Sagheddu è partita subito col botto: 6″91 sui 60 piani e minimo per gli Assoluti Italiani. Poi argento nel lungo Juniores ai Campionati Italiani con 7.44, a cui ha fatto seguito la convocazione in Nazionale. Ciliegina ai Campionati Italiani Assoluti con l’8° posto nel lungo con 7.42. Prima dell’appuntamento in terra di Germania ecco un’intervista per conoscere meglio il saltatore della Delogu Nuoro allenato da Massimo Marcias.
Quando e perché hai iniziato a fare Atletica Leggera?
Ho iniziato a fare Atletica Leggera a 9 anni, dietro consiglio della mia maestra delle elementari, dopo aver vinto i Giochi Sportivi Studenteschi.
Chi sono stati i tuoi allenatori e che rapporto hai e hai avuto con loro?
I primi due sono stati Francesco Pili e Roberto Boi, che mi hanno formato e mi hanno fatto appassionare all’Atletica prima come gioco e poi come Sport vero. Con loro ho avuto, e ho tuttora, un rapporto davvero speciale. Poi sono passato con Massimo Marcias da cadetto. Massimo è come un secondo padre per me, molto di quello che ho ottenuto sino ad ora lo devo sicuramente a lui e a tutto il tempo che spende per me, nel seguirmi ogni santo giorno.
Quali sono stati i momenti di maggior soddisfazione sportiva in questi anni?
Un momento di grande soddisfazione è stato senza dubbio il podio agli italiani di quest’anno. Anche il 6″91 nei 60 piani all’esordio 2014. Ma, prima di tutto, quando ho passato i 7 metri per la prima volta.
Cosa hai provato quando ai Campionati Italiani Indoor Juniores ti hanno detto “7.44”?
Felicità, ma tanta voglia di fare meglio, molto meglio al salto successivo.
Come hai reagito alla notizia della convocazione in Nazionale?
Ero felicissimo: per prima cosa l’ho detto a Massimo, non vedevo l’ora di andare ad allenarmi.
C’è stato tanto affetto nei tuoi confronti per questi risultati anche da parte di tuoi “colleghi” saltatori, in particolar modo da parte di Andrea Pianti: l’individualismo dell’Atletica Leggera superato dalla sportività della stessa Terra?
La sportività e l’umiltà sono alla base di tutto, dentro e fuori dall’ambito sportivo. Se a queste cose si somma l’amicizia e, addirittura la stessa terra natale, viene fuori un legame tra due persone che si sostengono l’un l’altra, come nel caso di me e Andrea.
Il salto a 7.44 è un salto da 950 punti tabellari, uno dei requisiti per essere considerato Atleta di interesse Nazionale. Un altro requisito è almeno una presenza con la maglia della Nazionale, che vestirai la prossima settimana. Cosa ti aspetti dal tuo futuro sportivo?
Non so esattamente cosa potrà succedere in futuro, so che ho ancora tanto da lavorare in questa stagione e so anche ci metterò tutto l’impegno possibile per tirare fuori il risultato migliore, sempre che non mi ostacoli niente.
Vesti la maglia dell’Atletica Delogu Nuoro, hai vestito quella della Sardegna, stai per vestire quella della Nazionale Italiana: cosa hai provato, provi e proverai vestendo ognuna di queste maglie?
Penso che vestire la maglia Tricolore sarà un’ emozione unica, da pelle d’oca solo a pensarci, così come lo è stato vestire quella Sarda e come lo è ogni volta vestire quella della mia società, la Delogu.
Per arrivare ai tuoi risultati occorre talento ma anche e soprattutto tanto lavoro e sacrificio, tante privazioni e rinunce. A chi dedichi questi risultati?
In primis alla mia famiglia, al mio allenatore e a chi mi sostiene ogni giorno. E in secundis, ovviamente a me stesso.